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La gaia mensa. Di vino sincero pani condimenti e fuochi ardenti
IV Edizione

Ultimo aggiornamento: 21 Giugno 2010
Clicca qui per il bando completo del concorso
Risultati

Risultati del Concorso letterario La gaia mensa. Di vino sincero pani condimenti e fuochi ardenti


Il 15 giugno 2010, da bando, sono stati proclamati i vincitori della quarta edizione del concorso letterario dell’azienda vinicola di Silvia e Simona Maestrelli Villa Petriolo, a Cerreto Guidi (Firenze), sulle colline del Montalbano.

  • Vince il primo premio Antonio Giordano. Il suo racconto, “Felicetta”, è stato scelto come primo classificato dalla giuria di Villa Petriolo: il prof. Antonio Giordano, classe ’37, ha all’ attivo la Targa d’argento della Città di Palermo, oltre ad aver ricevuto la benemerenza civica per meriti culturali e artistici, conferita dalla Provincia Regionale di Palermo. Socio Onorario dell’Unione Nazionale Scrittori ed Artisti, dopo aver svolto l’attività di dirigente scolastico ordinario presso il Liceo Scientifico Statale G. Galilei di Palermo, ha insegnato alla Scuola Polo Interregionale per l’Educazione al Teatro e “Drammaturgia Applicata” presso l’Università “U.E.t.l.“di Palermo; Presidente dell’Associazione culturale “Scena Aperta”, è stato esperto di pedagogia teatrale presso “Accademia Nazionale d’Arte Drammatica S. D’Amico” di Roma. Antonio Giordano è scrittore drammaturgo, critico teatrale e musicale del quotidiano “La Sicilia” di Catania.
    Questa, per il conferimento del primo premio a “Felicetta”, la motivazione redatta dal Presidente di giuria, il critico cinamatografico Enrico Ghezzi:
    “Felicetta. Che fa rima con ricetta. Felice ricetta. Con felicita’ diretta e semplice, l’autore gioca le infinite e allegre declinazioni e mutazioni della pasta, portandola a una bollitura mai scotta in cui lo scambio tra materie e codici, cibo e sesso, corpo e fantasma, avviene con serena distensione, in una ricettivita’ cinica che tinge infine di un sapore cinerino lo sfavillio povero dei gusti”.
  • Secondo premio a “Fossili” di Sara Beinat (Valvasone, Pordenone).
    Sara Beinat nasce nel 1981 in Germania da una famiglia di gelatai emigranti e all’età di tre anni ritorna nell’originario Friuli. Impara a leggere a cinque anni, a sette inizia a scrivere raccontini e da allora non ha mai smesso. Laureata al Dams dell’Università di Udine, ora frequenta l’Accademia teatrale Città di Trieste.
  • Terzo premio, ex aequo, a “La scarpaccia” di Fabrizio Giunta (Signa, Firenze) e “Il filtro magico di Vitale” di Michele Raul Trojano (Pozzuoli, Napoli).
    Fabrizio Giunta, nato nel 1950 a Camaiore (Lucca), è pensionato ed abita a Signa (Firenze). La ricetta protagonista del racconto è “la Scarpaccia della Saida”. La Saida è la madre di Fabrizio, 95 anni compiuti!
    Michele Raul Trojano è nato nel 1968 a Napoli e risiede a Pozzuoli.


Racconti segnalati:

  • 4) “Tutto quanto basta” di Collettivo Krommyon Bliton (Serena Cambareri, Alessio Cannarozzo, Nicolò Guidotti, Alberto Franzin e Luca Frascarolo, Torino)
  • 5) “Sale. Carne mia, carne tua” di Cristina Trinci (Castelfiorentino, Firenze)
  • 6) “A Emile Zola Aix en Provence, luglio 1900” di Loretta Geslao (Teramo)
  • 7) “Il Medhni di mia sorella” di Marzia Cikada (Velletri, Roma)
  • 8) “Interiora” di Serena Gentilhomme (Besançon, Francia)
  • 9) “Rossamaro d’amore” di Simona Moraci (Messina)
  • 10) “Il minestrone della vedova” di Aurora Borselli (Lucca).


Nelle Motivazioni di Enrico Ghezzi la sintesi del giudizio espresso dalla giuria:


“Fossili. Una ronde leggera ma senza fiato, dove la lingua passa quasi inosservata, una folata di vento che fa volar via le briciole le maschere, un catalogo cecoviano di desideri inattuati, tracce di destini sfiorati e spazzolati dal picnic, il girotondo finisce e neanche un temporale avviene.


La scarpaccia. La lingua cerca una cadenza da cantastorie, tenendoti all’ascolto in un’aura di ricchezza povera, oscillando tra persona leggendaria e sapienza dell’orto. Reduci da crimee di favola, leggiamo con passo doppio anche noi. Bambini, la ricetta si tramanda e racconta per la nostra attesa, si ripete e dissolve nelle orecchie golose.


Il magico filtro di Natale. Buffo ‘racconto di natale’, o sogno di una notte di mezzo film, deforma e sganghera con parola irriverente una ‘storia di cinema’ famosa e improbabile. Un irresistibile Filicudi (mai) girato da Tina Pica a Filicudi, o un cernia (o cefalo, o sarago)anno zero, annamagnani strega che puo’ solo nuocersi e intrigarci consegnando un filtro che e’ sugo per spaghetti magici. Tra volgarita’ e licenze, un’ingridbergman afflitta dai brontolii di fame del maestro, ma anche il registro malinconico, con l’innamorato neorealista che diventa svagato distaccato straniato.


Tutto quanto basta. Non basta mai, invece, e il testo magnifico si ingozza della propria lingua, salmistrandosi in piu’ modi fino a farsi giocare e bambinescamente sfigurare, perdendosi q.b. fino a far risuscitare il morto. La ricetta: tutto quanto basta fino a che nulla basti.


Sale. Carne mia, Carne tua. Sale di sapori e di odori, l’incanto di un piccolo cantico dei cantici che si costruisce in trasmutazione lirica tra letto e cucina.


A Emile Zola Aix en Provence, luglio 1900. Dove si scopre, e a tratti direttamente vi si assiste, il lavoro del colore, i pigmenti che passano di sostanza in sostanza, di corpo e terra in tela e in parola.


Il Medhni di mia sorella. Un pranzo rituale, con posti lasciati vuoti
apposta, e vuoti tra le sillabe lascia la finta balbuzie, e profumi resine zenzeri convertono l’assenza in presenza.


Interiora . Qui il rito e’ etrusco misterioso ancestrale. E prova a
indovinare lingua e carne del sacrificio, mescolandole per rievocare e scongiurare l’ombra e l’assenza.


Rossamaro d’amore. Un tradimento che si tradisce, e il gusto del presente che si consuma croccante fresco in abbandono duale all’alchimia del cucinare e dell’essere cucinati diventa ritmo del rimpianto.


Il minestrone della vedova. Storia discreta e provinciale di un riflesso. Oltre l’occhio dei fagioli, oltre il crescere automatico della necessita’ frivola omicida. Contro il morto nel letto, il vizio dell’assaggiarsi”.


Premio sezione speciale “Il vino dell’amicizia” – Scuola Enriques di
Castelfiorentino – a “Tutto finì con Zach” di Virginia Gianchecchi (Castelfiorentino, Firenze).


Premio sezione speciale “Premio internazionale del Montalbano” a L. Angel Naya per “Il senso di Pedro …e la tavola servita per l’amore” (Chubut, Argentina).


Premio contributo multimediale a “La gaia mensa”: Annalisa Nesti per il video fotografico “La ricetta dei ricordi” (Prato).


Ulteriori infomazioni al link seguente: http://divinando.blogspot.com

Risultati di tutte le edizioni del concorso:
La gaia mensa. Di vino sincero pani condimenti e fuochi ardenti IV Edizione
 
 
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